Esercitazione 1

 "E più ci si espandeva, più brown areas, aree abbandonate, edifici vuoti e dilapidati si lasciavano alle proprie spalle"


L'articolo evidenzia il legame storico tra la costruzione di nuove infrastrutture e lo sviluppo urbano, sottolineando come questa dinamica abbia portato non solo alla crescita economica e territoriale, ma anche alla formazione delle cosiddette "brown areas", aree abbandonate e degradate. L’idea centrale è che le infrastrutture, essendo da sempre un catalizzatore di espansione, abbiano anche innescato, se non governate correttamente, un impatto negativo sul territorio, lasciando dietro di sé edifici vuoti e terreni inutilizzati. Questo fenomeno è emerso chiaramente con lo sviluppo delle grandi arterie stradali e ferroviarie, soprattutto durante la fase di forte industrializzazione, quando si puntava a occupare nuovi spazi più che a preservare quelli esistenti.

La costruzione di nuove infrastrutture ha spesso privilegiato l'espansione incontrollata, come nel caso delle autostrade americane o delle ferrovie industriali, lasciando molte aree urbane esposte all'abbandono e al degrado. Un esempio significativo citato nell'articolo è la High Line di New York, dove l’abbandono di un’infrastruttura ferroviaria industriale ha portato alla creazione di un vuoto urbano che, con una visione innovativa, è stato riqualificato come un parco sopraelevato. Questo progetto dimostra come sia possibile invertire la direzione dello sviluppo, orientandolo non più verso la colonizzazione di nuovi territori, ma verso il recupero delle brown areas esistenti. Allo stesso modo, il progetto di Seoul, con la rimozione di una vecchia autostrada per restituire alla città il fiume Cheonggyecheon, ha permesso di trasformare un’area urbana degradata in uno spazio verde vivibile e sostenibile.

Dunque, il futuro sono le infrastrutture di nuova generazione che devono orientarsi verso la riqualificazione dell’esistente, piuttosto che verso la conquista di nuovi spazi.







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