Esercitazione 7_ Imprinting
IL MIO LUOGO DELLA MEMORIA
L'AQUILA
Insieme, passeggiavamo tra le strade strette che conducevano alla piazza principale. La città, nonostante fossi una bambina ancora molto piccola, mi trasmetteva una sensazione di intimità e sicurezza che oggi è difficile trovare altrove. Mia nonna mi portava spesso al parco: un piccolo angolo di verde dietro la sua casa dove potevo giocare liberamente, mentre lei chiacchierava con le altre signore sedute sulle panchine. Poi, immancabile, la tappa alla chiesa per la messa domenicale. Ricordo il suono delle campane che riempivano l'aria ei passi che risuonavano sui pavimenti di marmo freddo, mentre stringevo la mano di mia nonna.
Ogni settimana, andavamo anche al mercato nella piazza. Era un tripudio di colori e suoni, con le bancarelle cariche di frutta fresca, verdure, formaggi, ei venditori che chiamavano a gran voce i clienti. C'era un senso di comunità, quasi familiare: le persone si conoscevano e si salutavano, si fermavano a scambiare due parole. L'Aquila era così: una città, certo, ma con l'anima di un piccolo paese. Si respirava una tranquillità che sembrava eterna, come se nulla potesse mai turbare quella pace.
Poi è arrivata quella notte. Il 6 aprile 2009, alle 3:32, un terremoto devastante ha cambiato tutto. Quella sicurezza, quella tranquillità che avevo sempre dato per scontata, è crollata in una frazione di secondo. Ricordo ancora il terrore di quei momenti, il rumore assordante della terra che tremava ed i muri che si sgretolavano. Quando finalmente è arrivata la luce del giorno, ho visto una città che non riconoscevo più.
La casa di mia nonna, il punto di partenza di tante giornate serene, era danneggiata, distrutta. La porta che apriva ai miei ricordi di bambina era scomparsa sotto le macerie, insieme a tutto ciò che rappresentava. E come quella, tanti altri luoghi della mia memoria erano stati cancellati: il parco dove giocavo, la chiesa dove andavamo a messa, la piazza del mercato. Tutto sembrava perso, come se una parte di me fosse stata portata via da quel terremoto.
Da allora, L'Aquila è cambiata. La città ha provato a rialzarsi, a ricostruire, ma per me resta sempre il luogo delle mie memorie spezzate, dei giorni felici trascorsi tra le braccia di mia nonna e delle strade del centro storico. Ogni volta che ci torno, cerco di ritrovare quei pezzi del passato, anche se so che non sarà mai più come prima. Ma nonostante tutto, L'Aquila resta il mio rifugio, la città che mi ha cresciuto e che porto nel cuore, con tutto il suo dolore e la sua bellezza fragile.
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